I crediti di aiuto italiani: uno strumento da gestire con attenzione

Come già evidenziato nel caso dell’Unione Europea (L’aiuto agevolato europeo per lo sviluppo, come aumentarlo? – Focsiv), l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) oltre ai doni è costituito anche da prestiti agevolati, crediti di aiuto concessi a condizioni favorevoli, non di mercato. Anche l’Italia gestisce questo strumento come viene indicato sotto. E’ uno strumento importante per sostenere soprattutto le spese pubbliche (salute ed istruzione, infrastrutture, sostegno alle piccole imprese, …) dei governi dei paesi a basso e medio reddito. Ma occorre fare attenzione alla loro gestione perché in alcuni casi possono portare alla creazione di debito difficilmente rimborsabile in periodi di crisi finanziaria (I paesi ricchi aggravano la crisi del debito – Focsiv).

L’aiuto pubblico allo sviluppo è costituito da doni e crediti di aiuto, ovvero prestiti a condizioni molto agevolate per i paesi a medio e basso reddito. Questi crediti costituiscono il fondo rotativo gestito da Cassa Depositi e Prestiti, che, a fine giugno 2023, ammontava a poco meno di 2 miliardi e 630 milioni. Nel corso dell’ultimo decennio i crediti di aiuto hanno rappresentato circa il 9,1% delle risorse del canale bilaterale italiano.
 
Questi prestiti agevolati risultano allocati per oltre il 17% ai paesi a più basso tasso di sviluppo, mentre la maggior parte di queste risorse viene invece destinata a paesi a reddito medio-basso ma anche a paesi a reddito medio-alto. Paesi questi ultimi che dovrebbero essere più in grado di rimborsarli. In particolare, considerando i singoli paesi, nel corso dell’ultimo decennio è stata la Tunisia ad ottenere più risorse da parte dell’Italia attraverso i crediti di aiuto, con 286 milioni di dollari (a prezzi costanti 2021). A seguire l’Ucraina (229 milioni), l’Argentina (202), l’Iraq (172) e il Senegal (91). Paesi questi che soffrono di importanti crisi finanziarie. 

Le Ong e le imprese che operano in questi territori possono accedere ai crediti di aiuto solo indirettamente, attraverso i programmi adottati dai governi grazie ai prestiti ricevuti. Tra 2011 e 2021, in effetti, il 77% dei crediti d’aiuto italiani sono stati destinati ai governi centrali di questi paesi e il 22% a organi multilaterali come banche regionali di sviluppo). 

In questo contesto l’obiettivo dello 0,7% del reddito nazionale lordo per l’APS dovrebbe prevedere un aumento dei crediti per sostenere le spese essenziali dei paesi impoveriti con una loro gestione accurata per evitare problemi di debito.
Si veda l’articolo di Openpolis
 https://www.openpolis.it/parole/che-cosa-sono-i-crediti-daiuto/