I secondi fini della cooperazione europea

Oltre a presentare i dati sull’aiuto gonfiato, quest’anno il rapporto AidWatch sottolinea il rischio che alcune forme di aiuto rispondano più alle esigenze dei donatori che a quelle di chi l’aiuto lo riceve.

Nel corso degli anni ci siamo occupati spesso del cosiddetto aiuto gonfiato, un tema su cui annualmente fa il punto Concord Europe attraverso i suoi AidWatch report. Si tratta di risorse che pur essendo legittimamente rendicontate come aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) presentano aspetti che le distinguono e le distanziano da una forma di cooperazione corretta, efficace e coerente.

L’aiuto gonfiato riguarda quella parte di risorse dell’Aps che non vanno in progetti di cooperazione a carattere concessionale.

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Tra queste la voce di spesa più rilevante in tutti i paesi europei ma in particolare in Italia è quella relativa ai “rifugiati nel paese donatore“. Parliamo di risorse importantissime che i governi nazionali destinano all’accoglienza dei rifugiati nel loro paese, ovvero il primo passo per un percorso di integrazione sociale, culturale e lavorativa. Tuttavia si tratta di risorse che, non uscendo mai dai confini del paese donatore, non hanno nulla a che fare con strumenti dedicati a sostenere lo sviluppo dei paesi più fragili.

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