Nel 2022, secondo i dati preliminari dell’Ocse, l’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) di tutti i paesi donatori è aumentato del 13,6% rispetto all’anno precedente, oltrepassando i 211 miliardi di dollari.
Un incremento che però scende al 4,6% se si considera solo l’aiuto genuino ai paesi in via di sviluppo e che cala ulteriormente se si esclude anche la componente di aiuto episodico.
L’Aps quindi appare come stagnante quando invece i bisogni stanno crescendo a causa delle guerre e del cambiamento climatico. Leggi il post di Openpolis per il progetto Generazione Cooperazione.
L’aumento dell’aiuto pubblico allo sviluppo di tutti i donatori è dovuto principalmente all’aiuto gonfiato, e nello specifico alle spese destinate all’accoglienza dei rifugiati nel paese donatore e a casi di aiuto episodico, come l'assistenza all'Ucraina e le spese per il Covid-19. Se si togliessero queste spese l’aiuto strutturale si ridurrebbe del 13,2%.
Solo 5 paesi (Lussemburgo, Svezia, Norvegia, Germania e Danimarca) su 30 hanno raggiunto o superato l'obiettivo previsto per il 2030, di destinare lo 0,70% del proprio reddito nazionale lordo all’aiuto pubblico allo sviluppo. Agli ultimi posti invece si trovano Grecia, Slovacchia, Corea e Australia con quote inferiori allo 0,20%.
Anche l’Italia, al 18esimo posto con lo 0,32%, è lontana dall’obiettivo. D‘altra parte la spesa militare globale in termini reali nel 2022 ha raggiunto il livello record di 2,24 mila miliardi di dollari
(Leggi QUI l'approfondimento). Quindi, l’aiuto pubblico allo sviluppo è pari al 9% delle spese militari.
La top 5 è la seguente: Stati Uniti (con 877 miliardi nel 2022, il 39% della quota mondiale), Cina (13%), Russia (3,9%), India (3,6%) ed Arabia Saudita (3,3%). L’Italia è al 12° posto, con 33,5 miliardi spesi nel 2022 (1,7% del PIL) e una variazione reale del 24% nel periodo 2013-2022 (Leggi QUI)
La Campagna070 chiede di raggiungere veramente l’obiettivo dello 0,7% del reddito nazionale lordo per l’aiuto pubblico allo sviluppo. L’aiuto ha un importantissimo ruolo di prevenzione contro le guerre, di intervento per sedare i conflitti e per la riconciliazione e ricostruzione.
Più investimento nella cooperazione significa ridurre le spese militari e abitare i conflitti in modo nonviolento e a sostegno dei diritti umani.
Un incremento che però scende al 4,6% se si considera solo l’aiuto genuino ai paesi in via di sviluppo e che cala ulteriormente se si esclude anche la componente di aiuto episodico.
L’Aps quindi appare come stagnante quando invece i bisogni stanno crescendo a causa delle guerre e del cambiamento climatico. Leggi il post di Openpolis per il progetto Generazione Cooperazione.
L’aumento dell’aiuto pubblico allo sviluppo di tutti i donatori è dovuto principalmente all’aiuto gonfiato, e nello specifico alle spese destinate all’accoglienza dei rifugiati nel paese donatore e a casi di aiuto episodico, come l'assistenza all'Ucraina e le spese per il Covid-19. Se si togliessero queste spese l’aiuto strutturale si ridurrebbe del 13,2%.
Solo 5 paesi (Lussemburgo, Svezia, Norvegia, Germania e Danimarca) su 30 hanno raggiunto o superato l'obiettivo previsto per il 2030, di destinare lo 0,70% del proprio reddito nazionale lordo all’aiuto pubblico allo sviluppo. Agli ultimi posti invece si trovano Grecia, Slovacchia, Corea e Australia con quote inferiori allo 0,20%.
Anche l’Italia, al 18esimo posto con lo 0,32%, è lontana dall’obiettivo. D‘altra parte la spesa militare globale in termini reali nel 2022 ha raggiunto il livello record di 2,24 mila miliardi di dollari
(Leggi QUI l'approfondimento). Quindi, l’aiuto pubblico allo sviluppo è pari al 9% delle spese militari.
La top 5 è la seguente: Stati Uniti (con 877 miliardi nel 2022, il 39% della quota mondiale), Cina (13%), Russia (3,9%), India (3,6%) ed Arabia Saudita (3,3%). L’Italia è al 12° posto, con 33,5 miliardi spesi nel 2022 (1,7% del PIL) e una variazione reale del 24% nel periodo 2013-2022 (Leggi QUI)
La Campagna070 chiede di raggiungere veramente l’obiettivo dello 0,7% del reddito nazionale lordo per l’aiuto pubblico allo sviluppo. L’aiuto ha un importantissimo ruolo di prevenzione contro le guerre, di intervento per sedare i conflitti e per la riconciliazione e ricostruzione.
Più investimento nella cooperazione significa ridurre le spese militari e abitare i conflitti in modo nonviolento e a sostegno dei diritti umani.